«Andando verso il mare mi avvicinai alla “Porte du Non Retour”, porta del non ritorno, un monumento costruito dall’Unesco [...] la struttura perimetrale bianca della trabeazione racchiudeva il corpo marroncino del monumento, sull’architrave e sui pilastri di sostegno dei bassorilievi raffiguravano scene di schiavi inginocchiati in catene e in fila per essere imbarcati. Il blocco principale poggiava su una base di marmo bianco, raggiungibile salendo pochi scalini… »
«Un uomo con un minuscolo cappello bianco stava spazzando, chino, il pavimento ricoperto di granelli di sabbia scura. Incrociai il suo sguardo cercando un frammento di sofferenza e lo immaginai bendato e impaurito.
Guardavo negli occhi sbagliati. […]
Come tutto il resto, la schiavitù in Benin era per strada...»
Guardavo negli occhi sbagliati. […]
Come tutto il resto, la schiavitù in Benin era per strada...»
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