lunedì 28 novembre 2011

Perché le Apostole della Consolata

Ad Azovè c'è la missione (cattolica) delle Sorelle Apostole della Consolata. Lì sono stato ospitato e con loro ho girato per il paese, seguendole nei loro impegni e beneficiando della loro conoscenza del territorio. Appoggiarsi a loro era uno dei pochi modi per potersi muovere in Benin e sicuramente mi ha permesso di visitare alcuni luoghi inarrivabili per qualsiasi straniero.
Vivendo vicino a loro ho potuto vedere cosa si faceva all'interno della missione. Toccare con mano è stato il miglior modo per convincermi che ciò che facevano aveva un valore umano impagabile e, soprattutto, che veniva fatto al meglio, seppur con risorse limitate.
Personalmente mi sento un uomo libero, non ho pregiudizi religiosi o sociali, cerco di conoscere prima di parlare e di vedere prima di decidere. Nello specifico non credo di essere un buon cattolico, o almeno non lo sono nei confronti della Chiesa: la mia partecipazione alla vita parrocchiale è praticamente nulla e vado a messa a Natale e a Pasqua, più per tradizione che per convinzione.
Semplicemente, le sorelle missionarie mi hanno offerto una possibilità ed io l'ho colta.
E dopo aver visto sono rimasto colpito. Lì c'è l'essenza del fare qualcosa per amore, senza aspettarsi niente in cambio. 
Potrebbero essere musulmane, buddiste, induiste, potrebbe essere un gruppo di amici o una squadra di rugby, per quel che mi riguarda, potrebbe essere un'organizzazione sociale o governativa, non è importante. Sono importanti le intenzioni, i metodi, i risultati.
Ci sono associazioni, anche molto più grandi, che meritano di essere sostenute, ma io ho visto questo, e mi è piaciuto.
La carità non è qualcosa che arriva dal cielo. In quel posto carità è offrire la possibilità di un futuro, insegnando a scrivere e a lavorare, offrendo il conforto a chi ne è privo, offrendo anche la più elementare assistenza medica e, perché no, offrendo quel piccolo aiuto indispensabile a chi si trova incastrato nel “cul de sac” della povertà. Tutto questo senza confliggere o sostituire le istituzioni locali, anzi spesso valorizzandole, nel rispetto delle consuetudini e dei normali meccanismi economici e sociali.
Ho visto che ogni centesimo di euro arriva a destinazione ed è impiegato al meglio. Ho visto che anche oggetti per noi non più utili o desinati ad essere sostituiti lì diventano una risorsa.
Ho ho visto che lì c'è qualcosa di buono, di importante. Ho visto che è fatto bene.

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